Laura Turra
- 19/06/2019 08:21:00
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Ti ringrazio, Gil, mi sorprende sempre la tua capacità di leggere oltre il verso… in questa mattina calda di ormai estate, sono freschezza per lanima le tue parole. Ricambio labbraccio, forte
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Gil
- 19/06/2019 07:40:00
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Si dice spesso che una poesia è unopera aperta ovvero lo è aperta larte in generale, poiché, nel godimento della sua fruizione, senza provocare evidentemente deragliamenti di senso, ogni lettore, osservatore o ascoltatore può "leggervi" molto di più di quanto non abbia circoscritto la "lettura". O meglio: se la bellezza è uneccedenza di valore (Crispino Valenziano), ogni possibile "lettura" di unopera artistica è sovrabbondanza di bellezza. Allora la premessa aiuta a comprendere meglio il perché di quanto, in qualità di lettore (devoto), dirò del testo della Turra. La prima strofa ha la bellezza di un volo di rondini nel cielo di giugno, anche per come il verso è ben costruito, essenziale in scrittura, stringato nel detto e per lariosita delle immagini, che sono lo "scrigno" delezione della Turra per confezionare i duoi gioielli poetici; ma cè ancora di più, a mio modesto parere: cè il disvelamento del processo "alchemico con cui ha traformato in oro poetico, appunto la prima strofa, laseconda parte del testo che, pur ben composta nella forma, invero è ancora "materia", rispetto alla prima parte, allo stato grezzo, ma lo è proprio perché la ritroviamo in filigrana nellaltra metà del cielo... Ecco, allora, i voli spiegati sono i due amanti, poiché nel loro amarsi hanno trovato il cielo chiaro dellamore; ecco, allora, che le altissime grida e i biondi brusii sono quei sussurri del sottovoce notturno che diventa parola e la parola carezza, sicché la terra - la carne dellanima amante e amata - si trova abbeverata dazzuro, segno nellamore dibunestasi raggiunta, vuoi dellanima, del corpo o della mente o di tutto lessere nellamore che dà e riceve dallaltro o dallAltro.
Un abbraccio forte
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